GIORNO DELLA MEMORIA,IL PORRAJMOS RACCONTATO AGLI STUDENTI

Una pagina di Storia poco conosciuta quella del genocidio dei rom, sinti e camminanti nei campi di sterminio dei nazisti, e dei loro alleati, durante la seconda guerra mondiale. Gli studenti della classi V A del Liceo Artistico, V B del Liceo Economico Sociale e V E del Liceo Linguistico hanno avuto la possibilità di conoscere quello che accadde dalla voce di esperti grazie a un incontro organizzato dall’Associazione Rom in Progress. Porrajmos e Samudaripen sono i due termini della lingua romanès per ricordare il sacrificio di tante vite. La traduzione letterale del primo termine è “grande divoramento”, del secondo è “tutti uccisi”. Furono mandati a morte il 2 agosto 1944 nello Zigeunerlager” del campo di Auschwitz-Birkenau: “furono uccise nelle camere a gas 4000 persone, soprattutto donne e bambini. Facevano parte delle migliaia di rom e sinti deportati ad Auschwitz. Tra i relatori anche lo scrittore e storico molisano Francesco Paolo Tanzj che ha condotto una ricerca sui campi di internamento in regione: “Erano cinque – ha detto – Boiano (Campobasso), Casacalenda (Campobasso), Vinchiaturo (Campobasso), Isernia e Agnone (Isernia). Proprio in Agnone, nel convento di San Berardino, erano internati rom e sinti che furono trasferiti, nel ’41, dal campo di Boiano e furono liberati nel ’43 dopo l’armistizio. Uno studio che ci ha consentito di riscoprire eventi che prima non venivano ricordati”. I nostri studenti hanno partecipato attivamente all’incontro. I ragazzi del V A hanno portato un lavoro realizzato per il Giorno della Memoria, una scacchiera con i simboli della violenza e dell’orrore dei campi di sterminio. I ragazzi dei V B hanno declamato alcuni versi di Spinelli e i ragazzi del V E parafrasato alcune poesie a tema. La presidente dell’Associazione Rom in Progress ha voluto chiudere i lavori con un messaggio rivolto agli studenti: “Ricordare il genocidio dei Rom e Sinti non è solo un dovere storico, ma anche un atto di responsabilità verso il futuro. La discriminazione nasce dall’ignoranza, e il nostro compito è educare i giovani al rispetto e alla consapevolezza, affinché tragedie simili non si ripetano mai più. Questo evento rappresenta un momento cruciale per combattere i pregiudizi ancora presenti e diffondere un messaggio di uguaglianza e solidarietà. Solo attraverso la memoria possiamo costruire una società che riconosca la dignità di ogni essere umano e impari dagli errori del passato”.

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