LA STORIA CON I PROTAGONISTI: INCONTRO CON LILIANA SEGRE

Studiare la Storia attraverso la testimonianza dei protagonisti: esperienza unica per gli studenti della classe IV E del Liceo Linguistico che hanno potuto ascoltare la Senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz. I ragazzi, infatti, hanno partecipato a un incontro online, organizzato dal Corriere della Sera, dal titolo ‘Le parole sono pietre’ i cui ospiti erano: Giuseppe Antonelli, Ordinario di Storia della lingua italiana, Università degli Studi di Pavia, e la senatrice a vita Segre, anche presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. La lingua dell’odio è a tutti gli effetti una forma di violenza e indica espressioni di derisione, disprezzo e ostilità verso gruppi e individui a causa di tratti sociali come etnia, religione, genere, orientamento sessuale, disabilità. Un tema diventato ancor più d’attualità con il diffondersi della rete e dei social: commenti sessisti, insulti razzisti e attacchi omofobici hanno trovato un ambiente ideale per esprimersi online, dove spesso mancano mediazioni, filtri o autocensure. Sono solo parole? Niente affatto. I discorsi carichi di odio scavano ferite profonde in chi ne è bersaglio, possono anche portare a conseguenze estreme, costruiscono un “noi” contrapposto a un “loro” e, se provengono da posizioni di autorità o da contesti istituzionali, cambiano i limiti di ciò che può essere detto, quindi considerato normale e legittimo, cambiando allo stesso tempo i limiti di ciò che può essere fatto e accettato. Che fare, allora? Come riconoscere l’hate speech e come interrompere la spirale che alimenta la violenza? Dando ascolto al disagio che crea e scegliendo di non rimanere in silenzio? Contrapponendovi una narrazione di segno opposto? Imparando fino dagli anni della scuola l’uso adeguato delle parole, civilmente responsabile e umanamente rispettoso? Sono le tante domande che hanno aperto spunti di riflessione. La partecipazione dei ragazzi è stata attiva, infatti, anche loro hanno formulato delle domande a cui gli esperti hanno risposto.

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